Monitoraggio ambientale: cos’è e come avviene

Il monitoraggio ambientale è un complesso processo che comprende osservazione, misurazione e raccolta di dati relativi ad un determinato ambiente per rilevarne i cambiamenti. L’obiettivo è di verificare l’effettivo impatto di un’opera in costruzione e garantire la corretta gestione di eventuali problematiche in relazione all’ambiente che possono manifestarsi durante le varie fasi di costruzione. 

Che cos’è il monitoraggio ambientale

Il monitoraggio ambientale è definito dalla European Environment Agency (EEA) come “la misurazione, valutazione e determinazione di parametri ambientali e/o di livelli di inquinamento, periodiche e/o continuate allo scopo di prevenire effetti negativi e dannosi verso l’ambiente”

Come previsto dalla normativa vigente, il monitoraggio ambientale assicura il controllo sugli impatti ambientali significativi sull’ambiente provocati da opere in costruzione e la compatibilità dell’opera stessa con l’ambiente circostante. In questo modo è possibile individuare in maniera rapida e tempestiva eventuali impatti negativi o non previsti e, di conseguenza, prendere le giuste misure correttive. 

Infatti, in caso di criticità ambientale rilevate durante il monitoraggio e di cui si attesta la correlazione con le attività di costruzione, è opportuno mettere in atto soluzioni atte a minimizzare il più possibile gli impatti. Il lavoro è svolto dal tecnico di monitoraggio ambientale che, tramite sofisticate apparecchiature e sensori, analizza periodicamente i dati in modo da manifestare immediatamente eventuali guasti o anomalie nei lavori. 

Spesso vengono utilizzati i cosiddetti indicatori biologici: si tratta di una specie animale, pianta o fungo caratterizzata dall’essere particolarmente sensibile ai cambiamenti, arrecati all’ecosistema in cui vive, da fattori inquinanti. Un indicatore biologico può riscontrare il livello di inquinamento di una determinata area grazie alla capacità di accumulare sostanze inquinanti – successivamente rilevate in laboratorio – come, ad esempio, i licheni impiegati nella rilevazione della qualità dell’aria perché accumulatori di metalli pesanti.

Le tecniche di monitoraggio ambientale

I Piani di Monitoraggio Ambientale (PMA) sono piani volti a verificare il rispetto delle condizioni e dei requisiti prescritti dalle autorità ambientali del luogo. Grazie ad un corretto monitoraggio ambientale è possibile misurare in maniera sperimentale l’impatto ambientale di un progetto, generalmente un impianto industriale o una grande opera pubblica. 

Un piano di monitoraggio ambientale può variare notevolmente a seconda delle caratteristiche specifiche del progetto che deve essere realizzato. È possibile però delineare alcune macro-aree di analisi:

  • Monitoraggio della componente atmosferica: questo elemento riguarda il monitoraggio delle emissioni atmosferiche di sostanze inquinanti che si caratterizza per tre principali metodi di controllo ovvero il monitoraggio delle emissioni al camino da parte del gestore dell’impianto, da parte dell’Autorità di Controllo e il monitoraggio della qualità dell’aria nella zona limitrofa all’impianto.
  • Monitoraggio della componente biologica: grazie a tecniche di monitoraggio avanzate è possibile studiare le cause di una eventuale contaminazione del suolo e della vegetazione, spesso riconducibili a inquinanti aero dispersi emessi da industrie, impianti di riscaldamento e traffico. Parte degli agenti inquinanti viene trasportata dal vento, ma le particelle più grandi scendono velocemente sulla superficie terrestre per effetto “fall-out” ovvero per la forza di gravità. L’obiettivo del bio-monitoraggio è quindi di avere una precisa valutazione di un’eventuale ricaduta di elementi e metalli pesanti sul suolo.
  • Monitoraggio dell’ambiente idrico: il progetto di monitoraggio ambientale idrico superficiale ha l’obiettivo di individuare possibili variazioni che l’opera in costruzione potrebbe apportare alle acque superficiali presenti nel territorio interessato. In particolare, gli impatti possibili riguardano la modifica del regime idrologico, dei parametri chimico-fisico-batteriologici dell’acqua e il consumo delle risorse idriche.

Il monitoraggio ambientale della città di Milano

La città di Milano, in quanto metropoli e centro economico del paese, è costantemente coinvolta in piani di monitoraggio ambientale per cercare il più possibile di minimizzare l’impatto dell’inquinamento atmosferico. 

Ad esempio, in occasione della costruzione della nuova linea di metro M4, vengono regolarmente monitorati alcuni importanti aspetti: il rumore, la qualità dell’aria (messa a confronto con le centraline ARPA della città), l’impatto dei cantieri su traffico e viabilità, l’ambiente idrico sotterraneo e lo stato della vegetazione.

Un altro interessante progetto di monitoraggio ambientale di Milano è stato quello svolto in seguito all’introduzione dell’Area C: AMAT (Agenzia Mobilità, Ambiente, Territorio) ha infatti realizzato il monitoraggio del Black Carbon nel particolato atmosferico per valutare l’effettiva efficacia delle politiche di contenimento e regolamentazione di questa pericolosa sostanza inquinante. 

Alle porte di Milano si sta completando UPTOWN Milano, un progetto caratterizzato da mobilità green, innovazione tecnologica e servizi smart. Grazie alla partnership con A2A, UPTOWN è provvista di:

  • Smart Environment con una centrale di monitoraggio meteo ambientale ed energetico;
  • Smart Irrigation attraverso un sistema di irrigazione pubblica che consente un risparmio di acqua del 60%;
  • Smart Bin ovvero cestini intelligenti con sensori di riempimento che ottimizzano il processo di raccolta così da poter intervenire al momento opportuno con lo smaltimento

I progetti di costruzione del primo smart district italiano sono soggetti ad un costante monitoraggio ambientale e a certificazioni periodiche per quanto riguarda gli agenti inquinanti a livello atmosferico, idrico, sonoro e di pulizia delle strade.